L'architettura è una scultura abitata. Constantin Brancusi

Trovarci insieme è un inizio, restare insieme un progresso, lavorare insieme un successo. Hanry Ford

giovedì 20 gennaio 2011

Rabarama

Rabarama è una pittrice e scultrice italiana (Paola Epifani, Roma 1969). La parola dello pseudonimo deriva dal sanscrito Raba, che significa ‘segno, tatuaggio’, e Rama che vuol dire ‘divinita'’.




Tipiche della sua produzione sono sculture in metallo (bronzo, alluminio...), da dimensioni consuete a gigantesche, ricoperte da una sorta di tessere tatuate sui corpi - definizione alquanto riduttiva.


La particolarità delle sue opere scultoree è molteplice: la forma ancora classica adottata per i corpi, l'enigmatica ieraticità dei volti che sottolinea una forte valenza sacrale, la paziente e preziosa lavorazione della ‘pelle’ delle figure: textures, tessere di puzzle, ideogrammi, microcaratteri, segni ricoprono spesso interamente o quasi le figure, creando una tensione tra la forma dei corpi e la superficie, ora decoro ora rete imprigionante delle forme.



La particolarità delle sue opere scultoree è molteplice: la forma ancora classica adottata per i corpi, l'enigmatica ieraticità dei volti che sottolinea una forte valenza sacrale, la paziente e preziosa lavorazione della ‘pelle’ delle figure: textures, tessere di puzzle, ideogrammi, microcaratteri, segni ricoprono spesso interamente o quasi le figure, creando una tensione tra la forma dei corpi e la superficie, ora decoro ora rete imprigionante delle forme.


La preziosità presiede ad un decorativismo manuale che rivela particolare abilità: a volte si spinge a una ricerca del ‘segno’ contemporaneo, spazia dalle cifre della civiltà attuale e dell’astrazione, fino al richiamo ad ideogrammi e alle culture antiche, simboli ancestrali e primigenii della scrittura, o cita le popolazioni indigene di varie parti del mondo che ancora si dipingono la pelle con valenza rituale e tribale nei culti della terra.




L’effetto finale è sempre una sinergia tra la superficie decorata e tempestata di tessere e rilievi, e la tensione che anima i corpi, come di un’anima che volesse uscire dalla pelle delle opere. L’atmosfera che ne risulta è moderna e insieme antica, posta fuori del tempo, sacra.



I temi scelti sono classici, contemporanei ed eterni eppure attuali, rivisti attraverso le problematiche del presente: la mutazione genetica, l’ambiguità umana, l’identità dell’uomo contemporaneo. Identità sacra che sappiamo però storicamente dalle arti, dalle lettere, dalla filosofia, dalla politica, dai media moderni, dalla sclerotizzazione dei linguaggi ci è stata frammentata, texturizzata, micronizzata, frantumata…




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